tunnel carpale

La Sindrome del Tunnel Carpale (STC) è la patologia nervosa periferica più frequente del corpo umano e interessa principalmente il nervo mediano.

Il Tunnel Carpale è una struttura del polso stretta a forma appunto di “tunnel” il cui fondo e i lati sono formati dalle ossicina del polso (carpo), mentre la parte superiore è coperta da una banda spessa di tessuto connettivo chiamato legamento trasverso del carpo.

Il nervo mediano ha un decorso che origina dal tratto cervicale (C5-D1), si snoda lungo tutto il braccio raggiungendo la mano attraverso questo tunnel. Questo nervo porta la sensibilità al pollice, all’indice, al medio, alla parte dell'anulare vicina al dito medio e controlla la motilità di alcuni muscoli flessori del polso e delle dita. All’interno del tunnel carpale passano anche i tendini che flettono il pollice e le dita della mano e ha una funzione di protezione di questi ultimi.

 

Il motivo più frequente per cui si verifica la sindrome del tunnel carpale è quando i tessuti che avvolgono i tendini flessori si infiammano, si gonfiano andando a determinare una compressione sul nervo mediano. Questo tessuto è chiamato sinovia: la membrana sinoviale lubrifica i tendini e rende più facile il movimento. Il gonfiore della sinovia restringe lo spazio del tunnel carpale e, nel tempo, determina uno schiacciamento del nervo facendo scaturire appunto la sindrome del tunnel carpale.

 

Per diagnosticare clinicamente tale patologia, oltre a dei test specifici per il nervo mediano (Test di Phalen e Test di Tinel) che può eseguire il fisioterapista, l’esame più utilizzato è l’elettromiografia (EMG) la quale aiuta a chiarire in modo più accurato il grado di deficit di conduzione nervosa del nervo.

Se il dolore e il formicolio sono associati ad una limitazione del movimento del polso, oppure si è già in un’età avanzata, un altro esame che può essere utilizzato sono le classiche radiografie al fine di escludere compressioni patologiche da parte delle ossa del polso (a causa per esempio di artrosi).


Sono diverse le cause che possono contribuire allo sviluppo della sindrome del tunnel carpale:

  • L'ereditarietà è il fattore più importante, infatti la conformazione del tunnel carpale può essere più piccola in alcune persone, e questa caratteristica viene ereditata;
  • I lavori manuali (come usare il martello), l’utilizzo frequente del mouse del computer, o lavori di precisione e tipicamente ripetitivi come lavorare all’uncinetto, possono contribuire nel tempo a sviluppare questo disturbo;
  • Alcuni sport (come il bowling, la danza o il tennis), o l'utilizzo di strumenti musicali (come la chitarra) che causano microtraumatismi ripetuti del polso possono avere un ruolo nell’insorgenza della patologia;
  • Fratture o lussazioni del polso che alterano lo spazio all’interno del tunnel carpale e che possono esercitare pressioni sul nervo mediano;
  • I cambiamenti ormonali legati alla gravidanza, alla menopausa (colpisce infatti 3:1 le donne rispetto gli uomini) possono interagire a livello chimico con il benessere e la salute del nervo mediano e provocare la sua sofferenza;
  • Condizioni patologiche generali di base, tra cui il diabete, problemi circolatori, l’artrosi nell’anziano e gli squilibri ormonali tiroidei.

Ma come si manifesta questa fastidiosa patologia?

Vediamo insieme i sintomi più comuni che, solitamente, iniziano in modo graduale ed evolvono attraverso tre fasi:

 

- Fase 1: intorpidimento, formicolii, perdita di sensibilità, una sensazione di scossa elettrica (soprattutto al dito pollice, indice e medio) sono i segni più frequenti che inizialmente compaiono nella fase notturna. Il paziente si sveglia e deve muovere l’arto interessato in qualche modo al fine di far alleviare o passare del tutto i sintomi;

 

- Fase 2: questi disturbi compaiono anche di giorno con l’aggiunta di debolezza, dolore della mano e delle dita (sempre le prime tre) e a volte strane sensazioni di dolore non ben definito che si propagano dal braccio verso la spalla;

 

- Fase 3: purtroppo questa è la fase più critica della patologia con la comparsa di atrofia muscolare e perdita importante di forza. Uno dei segni più caratteristici è una specie di “fossetta” che si forma alla base del pollice evidente conferma di perdita di massa muscolare. Il paziente vive costantemente con una sensazione di malessere generale abbinato anche ad un abbassamento del tono dell’umore dovuto al fatto della difficoltà/impossibilità ad eseguire lavori con le dita (stappare una bottiglia, abbottonarsi, lavorare a maglia), oppure semplicemente nel tenere in mano il cellulare. Arrivati a questo stadio l’unica soluzione è l’operazione chirurgica.


 

Come è possibile trattare questa patologia nelle prime due fasi?

Esiste un tipo di trattamento “non chirurgico”, detto anche trattamento conservativo. Con il trattamento non chirurgico il fisioterapista può agire sulla zona interessata con:

  • Terapie fisiche e strumentali quali Laser ad Alta Potenza, Tecar e Ulstrasuoni per attenuare lo stato infiammatorio e doloroso;
  • Mobilizzazioni manuali (polso e dita) al fine di ridurre/risolvere eventuali blocchi articolarti;
  • Esercizi di neurodinamica, ossia dei movimenti particolari che mirano a ridare al nervo mediano la sua giusta capacità di conduzione dell’impulso elettrico;
  • Stretching delle strutture capsulari, dei legamenti e dei muscoli più colpiti al fine di recuperare la fisiologica elasticità dei tessuti e liberare il nervo mediano dall’eccessiva compressione;
  • Recupero della forza e della coordinazione fine dei movimenti con esercizi di rinforzo per tutti i gruppi muscoli interessati.

E con i tutori notturni tanto consigliati come mi devo comportare?

Vi sembrerà strano ma in realtà i tutori non hanno tutti questi benefici che trovate descritti ovunque e ora vi spiego il motivo. I tutori (o split palmari) hanno la sola caratteristica di bloccare il polso e le dita in una determinata posizione andando ad influenzare negativamente la circolazione sanguigna che porta nutrimento ai tessuti e al nervo mediano ed elimina contemporaneamente gli scarti dell’infiammazione. Ma sbaglio o è proprio di notte che emergono i sintomi peggiori e il paziente deve “muovere” la parte interessata per alleviare i disturbi? Risulta quindi al momento superfluo e controproducente indossare questi tutori, cosa che sarà invece importantissimo fare nell’eventuale decorso post-operatorio come da indicazione dell’ortopedico.


 

 

Il trattamento chirurgico viene proposto quando le terapie strumentali e manuali falliscono o quando la sintomatologia è molto grave e presente da diverso tempo in modo costante (fase 3).

Durante l’intervento (molto breve) viene tagliato completamente il legamento trasverso del carpo per permettere la decompressione del nervo mediano, creando quindi più spazio per il nervo e le strutture presenti nel tunnel carpale. Dopo l'intervento chirurgico viene prescritto un tutore per circa 3 settimane e, solitamente, insorgono dolore, gonfiore e rigidità del polso.

 

Proprio per questo, consiglio vivamente alcune sedute di fisioterapia durante le quali verranno eseguite:

  • Terapie strumentali come Laser ad alta potenza e Ultrasuoni al fine di ridurre la sintomatologia infiammatoria e dolorosa;
  • Scollamento manuale della cicatrice per evitare fastidiose aderenze;
  • Mobilizzazione passiva e stretching per recuperare l’articolarità del polso, delle dita e l’elasticità dei tessuti;
  • Esercizi di rinforzo muscolare di tutti i distretti muscolari interessati.

La maggior parte dei sintomi scompaiono dopo l'intervento chirurgico, ma la ripresa della funzionalità è per lo più graduale: la forza torna circa 2 mesi dopo l'intervento chirurgico e la guarigione completa può richiedere alcuni mesi a seconda anche dell’età della persona.

 

Consiglio di contattare subito un fisioterapista all’insorgenza dei primi sintomi notturni in quanto se la diagnosi viene fatta precocemente, i disturbi al nervo mediano sono moderati, sopportabili e presenti da poco, la sindrome del tunnel carpale può essere trattata e risolta senza dover per forza intervenire chirurgicamente. 

 

Se volete prenotare una prima visita di valutazione e comprendere meglio il percorso fisioterapico più adatto alla vostra situazione clinica contattatemi chiamando il numero 3473034660. Sarò felice di aiutarvi e di rispondere alle vostre domande.