la rizoartrosi

Da diverso tempo avvertite un dolore persistente a volte più acuto, altre volte più sordo, al pollice della mano a seconda dei tipi di movimenti? Se cosi fosse potreste essere affetti da una patologia denominata “Rizoartrosi”.

La Rizoartrosi (dal greco “rizos”, radice) è un’artrosi che riguarda la piccola articolazione trapezio-metacarpale, ossia una degenerazione e un’infiammazione di quell’articolazione localizzata alla base del pollice tra l’osso del polso chiamato “trapezio” e il primo metacarpo: la cartilagine presente tra le due ossa inizia a consumarsi, le ossa sfregano tra loro, portando ad una graduale compromissione del movimento e ad un progressivo aumento del dolore.

 

Le cause di questa usura della cartilagine articolare sono molto varie. Vi elenco quelle più comuni: 

  • Sesso femminile: la rizoartrosi colpisce il 67% delle donne di età compresa tra i 60 e i 70 anni, percentuale che aumenta andando avanti con l’età;
  • Attività lavorative legate a movimenti ripetuti: molte signore che per anni hanno svolto lavori di sartoria con ago e filo così come muratori, imbianchini e meccanici sono le principali categorie a rischio;
  • Traumi accidentali: un trauma diretto in quella zona della mano può danneggiare la cartilagine articolare e accelerare il suo processo di degenerazione;
  • Invecchiamento corporeo fisiologico;
  • Alterazioni ormonali;
  • Cause ereditarie e malformazioni genetiche.

Passiamo ad indicare ora quali sono i sintomi più caratteristici di questa patologia.

Come ben potrete immaginare la sintomatologia è quella di un’artrosi vera e propria, ossia: 

  • Dolore: nei primi stadi si accentua con i movimenti e si riduce con il riposo, ma nelle fasi più avanzate può manifestarsi anche a riposo e durante la notte;
  • Gonfiore e tumefazione alla base del pollice con un’alterazione del profilo anatomico;
  • Limitazione funzionale dei movimenti a causa del dolore e della degenerazione cartilaginea;
  • Diminuzione della forza muscolare e atrofia dei tessuti interessati.

Con la Rizoartrosi, per quanto non possa essere considerata una patologia grave, i pazienti iniziano a manifestare i primi disagi lamentando dolori nel svolgere le più semplici attività della vita quotidiana come ad esempio: aprire e chiudere barattoli, allacciare i bottoni, girare una chiave, stringere un bicchiere, prendere una penna per scrivere o ago e filo per cucire. Ciò oltre ad essere molto invalidante dal punto di vista motorio, è anche molto frustrante dal punto di vista psicologico.

 

Come si arriva a diagnosticare la Rizoartrosi?

La diagnosi si basa innanzitutto sull’anamnesi della vita del paziente e su un corretto esame clinico che valuta articolarità, dolore alla digitopressione, dolore alla mobilizzazione sia attiva che passiva del pollice e deficit di forza. Inoltre, consiglio sempre di effettuare una radiografia che permette di valutare con più precisione il grado di artrosi, la situazione fisiologica dell’articolazione e, di conseguenza, selezionare le scelte terapeutiche più appropriate.


Passo ora a parlare dei possibili trattamenti che si possono attuare per far fronte a questa patologia. Preciso subito che non esiste al giorno d’oggi un trattamento unico e pienamente risolutivo per la Rizoartrosi: trattandosi di artrosi (ossia di una patologia cronica e degenerativa nel corso del tempo), non si può guarire definitivamente, ma attraverso un percorso di fisioterapia personalizzato che varia da soggetto a soggetto, sarà possibile eliminare gran parte del dolore, dell’infiammazione e migliorare la funzionalità della mano aumentando considerevolmente la qualità della vita.

 

Seguendo linee generali, posso affermare che il trattamento sarà composto da

  • Alcune sedute iniziali di Laserterapia ad Alta Potenza e Ultrasuoni al fine di ridurre il dolore, il gonfiore e il processo infiammatorio in corso;
  • Utilizzo iniziale di piccoli tutori con lo scopo di stabilizzare l’articolazione del pollice, alleviare i sintomi e arrestare l’evoluzione della patologia. Si tratta di tutori ergonomici, solitamente di materiale plastico termo-modellabile, che favoriscono e migliorano la funzionalità del pollice, ridando anche fiducia e sicurezza al paziente. 
  • Mobilizzazione passiva dell’articolazione interessata per cercare di recuperare la massima escursione articolare possibile;
  • Esercizi di rinforzo di tutti i muscoli della mano (specialmente quelli deputati alla mobilità del pollice) con lo scopo di migliorare la sicurezza della prensione degli oggetti;

Questo tipo di trattamento che ho appena descritto prende il nome di “trattamento conservativo”: è consigliato quando i sintomi sono di grado lieve o moderato e la funzionalità del pollice non è fortemente compromessa. Un ulteriore approccio che può essere preso in considerazione in abbinamento alla fisioterapia (e sempre in accordo con un ortopedico) sono delle piccole infiltrazioni intra-articolari con acido ialuronico. L’acido ialuronico è un ottimo alleato per ridurre in modo più marcato il dolore e permettere una migliore lubrificazione dell’articolazione.

 

Non aspettate troppo tempo ad agire dall’esordio della patologia! Più in là viene intrapreso qualsiasi tipo di trattamento e più sarà difficile ottenere dei buoni risultati se la sintomatologia dolorosa è in corso da mesi o addirittura da anni! Al contrario, più velocemente si interviene e più la prognosi sarà favorevole.

 

Solo in caso di forte invalidità, e solo se il trattamento conservativo non ha fruttato buoni miglioramenti, è possibile prendere in considerazione come ultima spiaggia il trattamento chirurgico per il quale sono previste diverse tecniche di intervento fino all’inserimento di protesi articolari.

Se volete prenotare una prima visita di valutazione e comprendere meglio il percorso fisioterapico più adatto alla vostra situazione clinica contattatemi chiamando il numero 3473034660. Sarò felice di aiutarvi e di rispondere alle vostre domande.