riabilitazione protesi al ginocchio

Per “Intervento di protesi al ginocchio” si intende quell’intervento con il quale si va a sostituire con una protesi in titanio la nostra articolazione naturale che articola il femore alla tibia (la cosiddetta “articolazione femoro-tibiale).

 

I motivi per cui si giunge ad un intervento di protesi al ginocchio sono molteplici. In età giovanile le cause principali sono dei forti traumi diretti (incidenti stradali, incidenti sportivi) che lesionano cosi gravemente l’articolazione da dover ricorrere alla protesi, oppure, in misura minore, delle gravi deformazioni genetiche dell’articolazione presenti fin dalla nascita.

In età adulta/senile invece, oltre ai traumi, la causa principale per la quale si ricorre alla protesi di ginocchio è la tanto famosa “artrosi”, ossia un processo infiammatorio cronico, doloroso e degenerativo nel tempo della cartilagine articolare che riveste i capi ossei.

Quando il grado di artrosi arriva ad un punto in cui la cartilagine è talmente usurata e deformata, si perde il regolare scorrimento e funzionamento dell’articolazione stessa andando a provocare quindi dolore, gonfiore e limitazioni della deambulazione.

 


 

L’artrosi può essere talmente invalidante da non riuscire più a camminare o salire le scale e, negli stadi più avanzati, si può avvertire dolore anche semplicemente quando si è seduti, a riposo o sdraiati a letto. Spesse volte i pazienti segnalano un forte calore dentro al ginocchio, un bruciore, quasi come se scottasse!

Purtroppo questa patologia ha un processo irreversibile e non esiste al giorno d’oggi nessun farmaco, nessuna terapia che possa invertire o comunque fermare concretamente la degenerazione cartilaginea. Esistono le infiltrazioni di acido ialuronico (eseguibili solo da un medico specialista come l’ortopedico) che possono ritardare di qualche tempo l’evoluzione, ma per risolvere veramente il problema l’unica soluzione è l’intervento chirurgico.

 

Una volta eseguita l’operazione e trascorsi i 7/10 giorni di riabilitazione ospedaliera, quello che consiglio è di recarsi presso un centro o uno studio fisioterapico privato per continuare i trattamenti mettendosi nelle mani di un esperto e non praticando il cosiddetto “fai da te” a casa, al fine di ottenere i massimi risultati fisici possibili.

 

Quello che, invece, vedo purtroppo capitare nella maggior parte dei casi non è affatto così: lasciato l’ospedale il paziente viene dimesso con dei semplici esercizi secondo protocolli generali e non viene fornita loro nessuna indicazione di reale continuazione della fisioterapia. Il risultato? Questi pazienti non recuperano mai come dovrebbero, a distanza di tot mesi dall’intervento hanno ancora una stampella, nascono dei dolori o delle disfunzioni che non dovrebbero esserci e a livello psicologico non superano quella paura di utilizzare di nuovo quella gamba come in passato.

 

Tra gli obiettivi principali del decorso post-operatorio vi è il recupero della fisiologica escursione articolare del ginocchio, il potenziamento della muscolatura, la rieducazione propriocettiva e la rieducazione al cammino.

Il vostro percorso di fisioterapia consisterà quindi in:

  • Mobilizzazione passiva e attiva/assistita dell’arto interessato e stretching muscolare;
  • Utilizzo di terapie strumentali (Tecar) per favorire il drenaggio di liquidi presenti nel ginocchio;
  • Non appena la flessione del ginocchio lo permette, l’utilizzo della cyclette al fine di ritrovare la corretta mobilità articolare e iniziare il rinforzo muscolare;
  • Scollamento manuale della cicatrice dell’intervento per evitare l’adesione dei tessuti sottocutanei;
  • Esecuzione di esercizi di potenziamento isometrici, eccentrici e concentrici per tutti i gruppi muscolari interessati;
  • Rieducazione propriocettiva con tavolette e cuscinetti destabilizzanti al fine di riacquistare l’equilibrio e la corretta capacità di reazione alle perturbazioni esterne;
  • Rieducazione ad un corretto ciclo del passo.

 


 

A seconda dell’età e del permesso dell’ortopedico, è possibile praticare sport anche impegnativi come tennis e corsa anche se possono portare ad un‘usura precoce della protesi. In linea generale camminate, trekking leggero, nuoto, e bicicletta sono possibili senza creare un’usura accelerata.

 

Infine, voglio tranquillizzarvi su un argomento molto dibattuto: le stampelle post-intervento.

Una delle domande più frequenti dei miei pazienti fin dall’inizio è: “Ma queste stampelle quando le toglierò?!”. Non è mai facile rispondere a questa domanda in quanto devono essere prese in considerazione diverse variabili quali: età del paziente, le abilità residue, stile di vita generale prima dell’intervento, numero di sedute fisioterapiche settimanali e così via che possono ridurre o aumentare la tempistica di tenuta delle stampelle.
Quello che posso affermare è che, a meno di altre patologie importanti di base (patologie neurologiche, obesità, deficit cognitivi ecc), con un percorso di fisioterapia veramente corretto e costante l’obiettivo finale è l’abbandono totale delle stampelle.
In linea di massima entro la 3° settimana dall’intervento si punta ad abbandonare la prima stampella, mentre entro la fine del 2° mese dall’intervento anche la seconda.

 

Un tale intervento può inizialmente provocare ansie e paure, ma una volta eseguito permetterà al paziente di dimenticare il dolore al ginocchio e di riacquistare uno stile di vita più che soddisfacente! 

 

 

Se volete prenotare una prima visita di valutazione e comprendere meglio il percorso fisioterapico più adatto alla vostra situazione clinica contattatemi chiamando il numero 3473034660. Sarò felice di aiutarvi e di rispondere alle vostre domande.