la cervicale

Una delle domande più frequenti che mi sottopongono i miei pazienti (donne per la maggior parte dei casi) è se vi è una cura, o comunque un sollievo, alla cosiddetta “cervicale”. La risposta è: SI!

 

Spieghiamo innanzitutto che cosa si intende con il termine (spesso troppo confuso e mal definito) di “cervicalgia”.

Con cervicalgia, comunemente chiamata "cervicale", si intende un’infiammazione di alcune strutture anatomiche presenti nella zona posteriore del collo che comprende le prime sette vertebre cervicali ed una tensione abnorme dei muscoli interessati. Il dolore e la rigidità parte dal collo, può irradiarsi alle spalle, tra le scapole e, nei casi più gravi, alle braccia e alle mani (cervico-brachialgia) rendendo difficoltosi molti movimenti.

 

La cervicalgia è uno dei più diffusi disturbi muscolo-scheletrici, soprattutto dopo i 45 anni, colpisce prevalentemente le donne in un rapporto di 9:1 rispetto gli uomini ed è la seconda causa di assenza dal lavoro dopo la lombalgia.

 

Il dolore, inizialmente con un esordio di grado lieve o moderato, è una delle componenti fondamentali delle cervicalgie di qualsiasi eziologia e può persistere per mesi o addirittura anni se non si interviene al più presto con delle terapie adeguate e personalizzate.

Non mancano casi di cervicale in età giovanile, ma in questa fascia d'età le cervicalgie sono quasi sempre dovute a semplici contratture muscolari o a postumi di traumi diretti (colpo di frusta).


A seconda della localizzazione del dolore si possono distinguere tre forme di cervicale:

  • Cervicalgia vera e propria;
  • Sindrome cervico-cefalica;
  • Sindrome cervico-brachiale.

Passiamo ora a descrivere quali sono i sintomi più comuni di ogni singolo tipo di cervicale, anche se ci tengo a precisare che la sintomatologia è estremamente variabile e totalmente soggettiva:

  • Nella cervicalgia vera e propria il dolore interessa prevalentemente il collo, soprattutto la regione della nuca, e la parte alta della schiena con moderato o forte sentore di malessere in caso di digito-pressione della zona contratta e una limitazione funzionale dei suoi movimenti;
  • La forma cervico-cefalica, a seconda della sua gravità, è accompagnata da cefalea (detta anche “cefalea di tipo tensivo”) che dalla zona posteriore della nuca si irradia fino alla fronte, vertigini, sensazione di instabilità, nausea, vomito, disturbi della vista e dell'udito e, a volte, disturbi della deglutizione;
  • Nella forma cervico-brachiale, che presenta un interessamento di alcune delle radici dei primi sette nervi cervicali che originano da C5 a D1 (il cosiddetto “plesso brachiale”), il dolore si irradia dal collo, alle spalle, alle braccia e, nei casi peggiori, perfino alle dita delle mani. Formicolii, intorpidimento degli arti (parestesie), alterazione della sensibilità e sensazione di debolezza di braccia e mani sono i segni più caratteristici di questa forma di cervicale che rendono, nelle fasi più acute, quasi impossibili anche i più semplici gesti della vita quotidiana ed il riposo notturno. La localizzazione del dolore può essere unilaterale (a sinistra o a destra) oppure bilaterale, persistente o durante alcuni movimenti, aggravato dalla posizione supina e attenuato da altre posizioni come quella con le mani dietro la nuca.

Quali sono le cause più comuni di questa fastidiosa patologia?

Il rachide cervicale è una delle strutture anatomiche più sollecitate dal punto di vista meccanico. Indagare vere le cause che portano ai sintomi della cervicalgia non è sicuramente una faccenda facile; quello che è sicuro è che la cervicale sta diventando sempre più il punto debole del nostro corpo, in quanto è il luogo prediletto per l’accumulo della maggior parte della tensione muscolare e soprattutto emotiva.

 

Quello che viene spesso sottovalutato e dimenticato è il lato psicologico-emotivo che a sua volta scatena poi il problema di cervicale: lo stress quotidiano, l’ansia, la vita frenetica e caotica con sempre più problemi che si accumulano, mettono a dura prova il nostro corpo che immagazzina tensioni muscolari e contratture con una certa predilezione verso la zona del collo e delle spalle con conseguente infiammazione e dolore.

 

Oltre al lato psicologico, tra i fattori maggiormente implicati allo sviluppo della cervicale vi sono la sedentarietà e l'abitudine ad assumere posture scorrette, in particolar modo per coloro che lavorano quotidianamente alla scrivania, alle casse dei supermercati, utilizzano il computer, studiano o guidano per tempi prolungati.

 

I soggetti cosiddetti “longilinei”, astenici, con il collo lungo e fragile vanno incontro a cervicalgie posturali per l’insufficiente muscolatura; viceversa, i soggetti cosiddetti “brevilinei”, stenici, con muscolatura poco estensibile e fortemente sviluppata vanno incontro a cervicalgie per eccesso di rigidità e artrosi precoce. In altri casi, si può riscontrare un’alterazione delle strutture delle prime sette vertebre della colonna con presenza di blocchi vertebrali, aumento o riduzione della fisiologica lordosi cervicale, riduzione dello spazio tra i dischi intervertebrali, ernie e protrusioni discali.

 

Da sfatare, invece, è il mito della sola “artrosi” come unica causa scatenante del dolore cervicale: non esiste rapporto diretto tra un quadro di artrosi e sintomi in quanto è scientificamente provato che, dopo i 40 anni, tutti gli esseri umani hanno segni radiologici di artrosi cervicale dovuta appunto alla precoce usura della parte. Come affermato in precedenza, non mancano cause traumatiche come nel caso di chi pratica sport (calcio, rugby, pallanuoto) o di chi ha subito il cosiddetto "colpo di frusta" dopo un incidente stradale.


Passiamo ora a descrivere quali sono le possibili terapie e trattamenti a disposizione di un soggetto affetto da cervicale.

Ci tengo ad invitarvi a diffidare dalla miriade di medicinali antinfiammatori e antidolorifici che prescrivono i medici in quanto non sono la soluzione corretta. Questi farmaci (i classici Oki, Voltaren, Muscoril, Moment e cerotti vari) donano solo un sollievo momentaneo dai sintomi, ma senza agire sulla vera causa della cervicalgia. Voglio farvi un semplice ma concreto esempio: se la cervicalgia è data da una grave tensione muscolare, o da un problema di blocchi articolari tra una vertebra e l’altra, non esiste nessuna medicina al mondo in grado di risolvere questo problema. Ciò rende la persona a lungo andare dipendente dai farmaci e destinata ad un peggioramento di salute nel tempo, senza contare i possibili effetti collaterali come il bruciore di stomaco.

 

L’approccio fisioterapico alle cervicalgie, invece, ha come obiettivo in primis di ridurre il dolore e l’infiammazione della zona interessata: qualora la sintomatologia clinica fosse veramente grave terapie fisiche e strumentali come la Tecar, gli Ultrasuoni e il Laser ad Alta Potenza rappresentato delle ottime soluzioni antinfiammatorie e antidolorifiche iniziali in quanto agiscono sul problema penetrando in profondità. Queste terapie sono assolutamente non invasive e non dolorose. In abbinamento a ciò, una volta ridotta l’infiammazione e la sintomatologia dolorosa, si può pensare ad un approccio di tipo manuale che comprende:

  • Stretching e allungamento della muscolatura contrattata al fine di migliorare la mobilità;
  • Manipolazioni miofasciali come massaggi decontratturanti e pompage cervicale;
  • Trattamento manuale dei cosiddetti “Trigger Point”, ossia quei piccoli punti maggiormente contratti all’interno dei fasci muscolari e molto dolenti alla palpazione;
  • Manipolazioni manuali articolari del tratto cervicale e dorsale per risolvere eventuali blocchi vertebrali che riducono i possibili movimenti;
  • Esercizi di rinforzo e ginnastica posturale al fine di riequilibrare le catene muscolari che determinano le nostre posizioni sia statiche sia dinamiche e tonificare tutta la muscolatura risolvendo in modo efficace e duraturo il problema della cervicale.

 

Se avete la sfortuna di essere affetti da questa patologia, la prima cosa che potete fare è quella di recarvi dal vostro medico di base e farvi prescrivere una radiografia al tratto cervicale e dorsale per indagare lo stato di salute delle vertebre ed escludere curve scoliotiche, osteofiti, artrosi o altro. Nei casi più gravi dove si presuppone la presenza di ernie o protrusioni discali è opportuna anche una Risonanza Magnetica.

Successivamente, il mio consiglio è contattare subito un fisioterapista per effettuare una visita accurata delle strutture muscolo-scheletriche, della postura e iniziare il prima possibile un trattamento personalizzato adeguato al vostro caso. Non aspettate troppo tempo dall’esordio della patologia: più in là viene intrapreso qualsiasi tipo di trattamento e più sarà difficile ottenere dei risultati duraturi se l’infiammazione cervicale è cronicizzata da mesi se non addirittura anni! Al contrario, più velocemente si interviene e più la prognosi sarà favorevole. 

 

 

Se volete prenotare una prima visita di valutazione e comprendere meglio il percorso fisioterapico più adatto alla vostra situazione clinica contattatemi chiamando il numero 3473034660. Sarò felice di aiutarvi e di rispondere alle vostre domande.